Salvatore Perri
Una riforma, che possa essere definita tale, di uno
qualsiasi dei presidi sociali fondamentali dello stato, ha il compito di
rimuovere le distorsioni attuali e garantire la stabilità del contesto
socio-economico a lungo termine.
Questa definizione, evidentemente troppo complessa,
sfuggiva alla comprensione della Gelmini in tema di scuola almeno quanto sfugge
oggi a Michel Martone in tema di pensioni, dato che ieri si è prodotto nell’ennesimo
spot televisivo volto a screditare ulteriormente (se ce ne fosse bisogno), sia
il valore dei ministri e sottosegretari “tecnici”, sia quello del mondo
accademico in generale.
Il tema è l’equità della riforma Fornero delle
pensioni. Secondo Michel Martone è equa perché ristabilisce un corretto legame
tra le generazioni che posso facilmente riassumere nella frase “ognuno per se e
Dio per tutti”. Infatti bisogna essere fortemente credenti nell’esistenza di un
paradiso fantastico per credere che i provvedimenti in tema di pensioni
assicurano la “stabilità sociale” nel lungo periodo.
Secondo Fornero-Martone, la distorsione era
rappresentata dal fatto che il sistema retributivo assegnava ai pensionati di
oggi più risorse di quelle che avranno in futuro i giovani.
Bisogna subito tranquillizzarli, il problema della
pensione della “generazione X” a cui io appartengo, non si pone, in quanto in
nessun caso, un lavoratore precario che ha cominciato a lavorare ad esempio nel
2002, potrà aspirare ad una pensione superiore a quella sociale. Sono calcoli
semplici, Martone può farli come compito a casa.
I contributi versati dai precari, pochi e super
tassati con aliquota paranormale, sono stati utilizzati per pagare le pensioni
anche ai Vescovi (come ha dimostrato uno studio del Sole 24 ore), in quanto la
cassa dei contributi a tempo determinato era in avanzo, essendoci oggi moltissimi
precari al lavoro e quasi nessun precario pensionato.
Fra 30 anni ci sarà una massa di precari che busseranno
all’Inps e casse vuote, compito 2: trovare l’equità.
Per essere equi fino in fondo, i tecnici hanno
spedito a casa senza lavoro ne pensione gli ormai famosi “esodati”, l’equità si
trova facilmente, mica possono soffrire solo i precari, quindi un’equità nella
sofferenza. La logica è che l’età pensionabile deve aumentare, così si pagano
meno pensioni, la gente prima o poi è destinata a morire. Questo permette di
abbassare drasticamente il monte pensioni complessivo per oggi ed anche per
domani, dato che il precario che andrà in pensione potrà aspirare ad un massimo
di 500 euro mensili, pur avendo svolto nella vita lo stesso lavoro di un
lavoratore a tempo indeterminato, possiamo chiamarla equità nelle mansioni?
Per completare il concetto di equità che hanno in
testa i tecnici, c’è da ricordare che non si è impostato un tetto massimo ai
pensionati del settore pubblico, che non si è revocata la possibilità di cumulo
per 2 o più pensioni del settore pubblico e che si è ben lontani da porre un
tetto “decente” agli stipendi ed alle buonuscite dei managers e dirigenti del
settore pubblico.
In questo caso l’ostacolo è il “diritto acquisito”,
chi ha pagato contributi enormi perché intascava stipendi enormi, pagati dai
contribuenti, ha diritto a ricevere pensioni enormi. Tale ostacolo si aggira
facilmente per gli “esodati” e non si può applicare ai precari ed ai
disoccupati perché uno stipendio vero non lo vedranno mai.
L’equità in salsa Fornero-Martone è equità “contabile”
non “economica”, aggiusta i conti per oggi, non garantisce la stabilità a lungo
termine, perché eventuali rivolte sociali sono un fattore “economico” di cui si
deve tenere conto.
C’è un altro problema, senza necessariamente essere
prosaici, la riduzione delle erogazioni pensionistiche presenti e future garantisce,
come tutte le misure recessive, una caduta dei consumi e quindi del PIL tanto
più accentuata quanto colpisce gli individui a basso reddito.
Martone non lo sa e tutti i giorni dà la colpa al
debito pubblico, qualcuno gli spieghi per favore che riducendo il PIL è
impossibile ridurre il peso del debito, che è infatti aumentato nel periodo
delle riforme recessive della coppia Fornero-Monti, come avevo ampliamente
previsto molti mesi fa in alcuni articoli tra cui questo http://www.informarexresistere.fr/2012/04/24/la-follia-del-pareggio-di-bilancio-costituzionale/#axzz1siIA1fkW
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