Oggi su Economia&Politica
https://www.economiaepolitica.it/2019-anno-11-n-17-sem-1/perche-ha-vinto-trump/?fbclid=IwAR38x1B2f44gAFADbZAYFHenbjnJSIVAuKJY7e3cV_Q3Ix_cbCs4hxMNiv4
Perché ha vinto Trump? | La vittoria di Trump
non è solo frutto di un voto di protesta, ma è il risultato di
trasformazioni politiche e sociali in atto negli USA da più di
trent’anni.
La vittoria di Donald Trump nelle elezioni
presidenziali del 2016 è stata determinata dal cambiamento della
maggioranza di tre stati “contendibili” che sono passati dal votare il
Partito Democratico a votare per quello Repubblicano. Tuttavia, ridurre
questo risultato ad un voto di protesta oltre ad essere semplicistico
risulta essere completamente sbagliato. La presidenza
Trump
è il risultato di una serie di dinamiche sociali ed economiche che si
sono sviluppate attraverso più di tre decadi e che hanno trasformato
profondamente la società americana, in modo probabilmente irreversibile.
L’onda lunga del Reaganismo
La vittoria di Ronald Reagan e le sue due amministrazioni consecutive
hanno rappresentato un punto di svolta nella società americana. Dal
punto di vista delle politiche economiche il messaggio era semplice
quanto efficace, “
meno tasse per tutti”. Appare evidente che
una riduzione delle tasse per tutti vuol dire un guadagno in termini
relativi per i grandi contribuenti ed un vantaggio modesto per la classe
media e nessun vantaggio per i poveri. La logica economica che poteva
giustificare una tale politica era la seguente, una riduzione delle
tasse per i ceti alti avrebbe provocato un incremento delle somme
disponibili per gli investimenti, riattivando gli “spiriti animali” e
rimettendo in moto il motore neoclassico della crescita economica. La
successiva crescita economica scaturente avrebbe investito a “cascata”
anche le altre classi sociali. Più investimenti, più posti di lavoro,
più ricchezza in generale. Un modello di sviluppo orientato ad una
visione iper-liberista (Ravitch, 2017) dove, dal punto di vista sociale,
chi non riesce a cogliere le opportunità “del paese delle opportunità”
merita di essere povero in senso dispregiativo. La realtà è stata ben
diversa. La concezione del c.d. “
stato minimo” non solo ha coinvolto la protezione sociale dei meno abbienti, ma ha riguardato ad esempio, la
deregolamentazione
di vari settori tra i quali quello finanziario, ponendo sostanzialmente
le basi per quelle manovre spericolate che hanno causato le recenti
crisi finanziarie. Anziché riversarsi a cascata sulle classi inferiori,
le grandi risorse disponibili a favore delle classi abbienti, sono state
investite nel processo di acquisizione di maggior potere, quali ad
esempio il lobbing ed il controllo dei media. Di fatto l’acquisizione di
ricchezza ha innescato un processo volto all’acquisizione del potere
che serve per influenzare la produzione legislativa per ottenere
maggiore ricchezza. Non è un fatto secondario che queste politiche siano
state successivamente perpetrate con continuità anche dalle
amministrazioni Democratiche
[1].
Aspettative e Realtà
Le ipotesi alla base delle scelte economiche Reaganiane erano già
alla base prive di fondamenti teorici convincenti, le dinamiche in atto
nell’economia mondiale ne hanno anche accentuato gli effetti discorsivi.
Uno dei cardini di queste politiche, era l’ipotesi che i maggiori
profitti avrebbero innescato
investimenti (e consumi di fascia alta), in realtà il processo di “
finanziarizzazione”
dell’economia (Hein, 2012) ha fatto sì che i maggiori profitti
semplicemente uscissero dal circuito produttivo, diventando rendite,
oppure che fossero investiti al di fuori degli
Stati Uniti.
Contestualmente in quella fase arrivava impetuoso l’ingresso sul
mercato delle merci provenienti dai paesi a basso costo, che invadevano i
mercati statunitensi. La risposta a questi fenomeni complessi era
semplice, cercare di flessibilizzare ulteriormente il mercato del lavoro
interno attaccando e depotenziando i sindacati. L’episodio del
licenziamento di 11.345 controllori di volo rappresentò un passaggio che
determinò la fine dell’influenza dei sindacati negli Stati Uniti
(Mishel, 2012). Queste dinamiche ormai innescate erano impossibili da
arginare. Maggiore potere alle lobbies, maggiore influenza sulle
decisioni legislative. A Reagan successe Bush Sr. e successivamente
Clinton, entrambi hanno sottovalutato l’impatto dell’ingresso della Cina
nel WTO, impatto che è stato devastante, il settore manifatturiero è
stato distrutto e il ceto medio con esso, i posti di lavoro sono stati
“esportati” e il deficit commerciale è cresciuto (Acemoglu et al., 2016;
Pierce and Schott, 2016).
Questo può essere considerato il primo passaggio nel quale la classe
media statunitense ha finito per considerare come equivalenti le
politiche economiche repubblicane e quelle democratiche, creando una
nuova dicotomia: establishment-popolo (Ferguson et. al 2018). A questa
dinamica ormai in atto si è sommata la transizione dalla grande
industria pesante a quella IT che ha acuito la disarticolazione del
mercato del lavoro
rendendo estremamente vulnerabile la classe operaia povera e
scarsamente istruita. Nel contempo, il ritorno dei repubblicani alla
casa bianca non provocava cambiamenti, l’amministrazione di
Bush Jr
si caratterizza per ulteriori deregolamentazioni e soprattutto per
l’elargizione di soldi pubblici nei confronti di banche e banchieri
(Komlos, 2018). L’amministrazione
Obama, seppur
lodevole per i tentativi di intervento in tema di assicurazione
sanitaria per le classi meno abbienti, non ha rappresentato una vera e
propria inversione di tendenza dal punto di vista della distribuzione
della ricchezza. Ad esempio, Obama ha reso permanenti i tagli fiscali
decisi da Bush Jr continuando l’elargizione di denaro verso le grandi
banche (Scheiber, 2011), la sua scarsa distinguibilità dai repubblicani è
stata accentuata dal fatto che ha confermato in alcuni ruoli economici
chiave gli uomini nominati da Bush
[2].
Un tappeto rosso per Trump
Per capire la situazione economica e sociale degli stati americani
che hanno determinato la vittoria di Trump bastano pochi dati. Il reale
reddito familiare medio in Ohio, Wisconsin e Michigan è ancora di 5.900,
6.000 e 9.300 dollari al di sotto del suo livello alla fine del 20esimo
secolo
[3].
Tutti e tre gli stati hanno registrato un tasso di mortalità per
overdose più elevato rispetto alla media nazionale nel 2015 (Hedegaard,
Warner and Miniño, 2017). Gli Stati Uniti sono l’unico paese ricco a
sperimentare un aumento della mortalità negli ultimi tempi. I più
colpiti sono gli uomini bianchi con un’istruzione di livello medio basso
(Case and Deaton, 2017). Nel 2015 ci sono stati non meno di 6,7 milioni
di persone (il 2,7% della popolazione adulta) “attenzionate” dal
sistema giurisdizionale negli Stati Uniti; questo include persone
scarcerate sotto condizione o in libertà vigilata e 2,2 milioni di
persone detenute (Bureau of Justice Statistics, 2015). Questo è il più
alto tasso di incarcerazione del mondo: con il 5% della popolazione
mondiale, gli Stati Uniti hanno il 23% dei suoi prigionieri (Hartney,
2006). Nel 2014 ci sono stati 0,9 milioni di fallimenti. Tra le
conseguenze sociali più devastanti basta evidenziare i 9,3 milioni di
proprietari che hanno perso la casa tra il 2006 e il 2014
(Realtytrac.com, 2014; Kusisto, 2015; U.S. Bankruptcy Courts, 2017). Nel
2017, 45 milioni di persone vivevano sotto la soglia di povertà, il 15%
della popolazione, mentre altri 15 milioni di persone vivevano
leggermente al di sopra della povertà, definita come il 100-125% della
soglia di povertà (Hokayem and Heggeness, 2014) e quindi sono da
considerare tra quelli che vivono in una condizione di maggiore stress e
di paura nei confronti del futuro. Questi risultati sono le conseguenze
di un lungo periodo nel quale i benefici della crescita sono andati in
un’unica direzione come mostra la Figura 1, ovvero verso le classi più
ricche.
Figura 1.Tasso di crescita del benessere 1979-2011
Conclusioni: perché Trump, perché adesso
Donald Trump ha compiuto un miracolo politico, un miliardario che è
riuscito a presentarsi come un nemico dell’establishment e amico dei
bianchi americani del Rust Belt ridotti in povertà. La sua campagna
elettorale ha avuto gioco facile, l’America profonda, spaventata e
depressa voleva essere difesa e protetta da un “uomo forte”. Donald
Trump ha dichiarato di voler lottare contro la
globalizzazione
riportando in patria le aziende che avevano delocalizzato, propone
dazi, e presenta nemici esterni sulla base dei quali compattare i propri
sostenitori (musulmani e migranti in generale). Grazie a questi annunci
è riuscito a coalizzare una vasta platea di grandi finanziatori, che
hanno infuso nella sua campagna un ammontare di risorse senza precedenti
[4]
(Ferguson et. al 2018). Paradossalmente Trump vince proponendo la
stessa ricetta che ha portato gli Stati Uniti a questo punto, meno tasse
e un sistema ancora più sperequato, che tolga quelle poche protezioni
rimaste ai poveri. Un programma economico illogico e pericoloso, senza
fondamenti ne teorici e ne empirici che può spianare la strada a guerre
commerciali (e non solo) a povertà diffusa, ad instabilità interna ed
internazionale
[5].
Ma tutto questo non ha fermato gli americani dallo sceglierlo perché
egli è riuscito a fare presa sui c.d. “hot buttons” dell’elettorato,
mentre
Hillary Clinton definiva “deplorabili ignoranti”
i bianchi americani poveri e scarsamente istruiti che protestavano,
veniva da loro identificata come contigua ai “poteri forti”, alle banche
ed alle lobbies. Mentre Trump si dichiarava “amo quelli scarsamente
istruiti” gli mostrava un futuro radioso, mirabolante e impossibile, che
loro hanno deciso di scegliere, nonostante tutto.
*Professore Emerito, Università di Monaco; Visiting Professor,
Università della Carolina del Nord di Chapel Hill. Contatto:
john.h.komlos@gmail.com
**Professore a contratto di Politica Economica, Università Magna
Graecia di Catanzaro (Italia). Contatto: perriphdsalvatore@gmail.com
Riferimenti bibliografici
Acemoglu, D.
et al. (2016) ‘Import Competition and the Great US Employment Sag of the 2000s’,
Journal of Labor Economics, 34(51), pp. 141–198. Available at: https://economics.mit.edu/files/11560.
Bureau of Justice Statistics (2015) ‘Correctional Populations in the
United States’. Available at:
https://www.bjs.gov/index.cfm?ty=pbdetail&iid=5870.
Case, A. and Deaton, A. (2017) ‘Mortality and morbidity in the 21st century’,
Brookings Papers on Economic Activity. Available at:
https://www.brookings.edu/bpea-articles/mortality-and-morbidity-in-the-21st-century/.
Ferguson, T., Jorgensen, P., & Chen, J. (2018). Industrial
Structure and Party Competition in an Age of Hunger Games: Donald Trump
and the 2016 Presidential Election. INET WP n. 66, January 2018.
Hartney, C. (2006) ‘US Rates of Incarceration: A Global Perspective’.
Available at:
http://www.nccdglobal.org/sites/default/files/publication_pdf/factsheet-us-incarceration.pdf.
Hedegaard, H., Warner, M. and Miniño, A. M. (2017) ‘Drug Overdose Deaths in the United States, 1999-2015’,
NCHS data brief, (273). doi: 10.1016/j.neulet.2010.07.040.
Hein, E. (2012)
The macroeconomics of finance-dominated capitalism and its crisis. Edward Elgar Publishing.
Hokayem, C. and Heggeness, M. L. (2014)
Living in Near Poverty in the United States: 1966–2012. Available at: https://www.census.gov/prod/2014pubs/p60-248.pdf.
Komlos, J. (2018) ‘The economic Roots of the Rise of Trumpism’,
CESinfo Working Paper Series, 6868.
Kusisto, L. (2015) ‘Many Who Lost Homes to Foreclosure in Last Decade Won’t Return – NAR’,
Wall Street Journal. Available at: https://www.wsj.com/articles/many-who-lost-homes-to-foreclosure-in-last-decade-wont-return-nar-1429548640.
Mishel, L. (2012) ‘Unions, inequality, and faltering middle-class wages’,
Economic Policy Institute.
Pierce, J. and Schott, P. (2016) ‘The Surprisingly Swift Decline of US Manufacturing Employment’,
American Economic Review, 106(7), pp. 1632–1662. Available at: https://www.aeaweb.org/articles/pdf/doi/10.1257/aer.20131578?doi=10.1257/aer.20131578.
Ravitch, D. (2017) ‘Big Money Rules’,
The New York Review of Books. Available at: http://68.77.48.18/RandD/Other/Big Money Rules – Diane Ravitch (NY Rev of Books, 2017-12-07).pdf.
Ravitch.com (2014)
Foreclosure & Foreclosed Homes. Available at: https://www.realtytrac.com/mapsearch/foreclosures/.
Scheiber, N. (2011)
The Escape Artists: How Obama‘s Team Fumbled the Recovery.
New York: Simon & Schuster. Available at:
https://www.simonandschuster.com/books/The-Escape-Artists/Noam-Scheiber/9781439172414.
S. Bankruptcy Courts (2017)
Bankruptcy Cases Commenced, Terminated and Pending. Available at:
http://www.uscourts.gov/sites/default/files/data_tables/bf_f_0331.2017.pdf.
Valli, V. (2018). The Economic Consequences of Donald Trump. In
The American Economy from Roosevelt to Trump (pp. 163-180). Palgrave Macmillan, Cham.
[1]
L’abrogazione del Glass-Steagall Act del 1933, che separava le banche
tradizionali da quelle d’investimento, è stata promulgata dal presidente
Clinton nel 1999 (seppur su proposta del Congresso a maggioranza
Repubblicana).
[2]
Ad esempio, Timothy Geithner, nominato da Bush Jr. presso la Federal
Reserve di New York era un ex amministratore delegato di Goldman-Sachs
(e membro del gabinetto di Bill Clinton) oppure Robert Rubin, in
pratica, Obama si è affidato ad un ex incaricato repubblicano nella
posizione cruciale di segretario del tesoro non dando nemmeno l’idea di
un vero cambiamento.
[3]
Altri Stati limitrofi nei quali il reale reddito familiare medio è
ancora inferiore al suo livello di fine del 20esimo secolo includono
Indiana, Kentucky, West Virginia e Virginia.
[4]
In particolare lo studio di Ferguson, Jorgensen e Chen (2018), dimostra
che l’esito elettorale è stato profondamente influenzato dai così detti
“late contributions” ovvero quelli giunti a Trump nelle ultime settimane
precedenti le elezioni.
[5]
Non a caso Ferguson, evidenzia come alcuni dei finanziatori di Trump
gli abbiano già voltato le spalle contribuendo alla vittoria dei
Democratici in Senato
https://www.ineteconomics.org/perspectives/blog/how-money-won-trump-the-white-house.
Beto O’Rourke in Texas, nonostante la sconfitta, è stato il candidato
Democratico che ha avuto i maggiori finanziamenti nelle recenti elezioni
di mid-term.